Il bilancio della moda maschile italiana nel 2022

Il bilancio della moda maschile italiana nel 2022

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La moda maschile italiana, nei primi sette mesi del 2022, ha evidenziato una performance positiva sui mercati esteri, come già era avvenuto nel corso del 2021. Come indicano i dati ISTAT, l’export relativo al periodo gennaio-luglio 2022 ha messo a segno un incremento del +6,0%, per un totale di circa 4,1 miliardi di euro, mentre l’import ha registrato un aumento a doppia cifra del +28,6%, passando a 3,3 miliardi di euro. Con riferimento agli sbocchi commerciali, si sottolinea come sia le aree UE sia quelle extra-UE si siano rivelate favorevoli per il comparto, crescendo rispettivamente del +7,7% e del +4,7%. Il mercato UE copre il 45,8% dell’export totale di settore, mentre l’extra-UE risulta il maggior “acquirente” assorbendo il 54,2%. Analogamente, nel caso delle importazioni, dalla UE proviene il 41,8% della moda maschile in ingresso nel nostro Paese, mentre l’extra-UE garantisce il 58,2%.   Nel periodo in esame la prima destinazione del menswear made in Italy è risultata la Svizzera, in aumento del +2,7%, confermandosi così strategico hub logistico-commerciale per le principali griffe del settore; assorbe del resto l’11,9% del totale settoriale. Seguono Francia, a quota 11,3%, e Germania, a quota 10,7%, interessate entrambe da una dinamica positiva, pur su ritmi molto diversi, rispettivamente pari al +11,3% e al +1,4%. Al quarto posto sono balzati gli Stati Uniti, in virtù di un aumento molto sostenuto, ovvero pari al +46,7%, per un totale di 390 milioni di euro (9,6% sul totale). Pressoché stabile, in quinta posizione, il Regno Unito (-0,4%). In controtendenza rispetto al dato medio, troviamo in sesta posizione la Cina (227 milioni di euro), che mostra una flessione dell’export italiano di comparto nella misura del -12,6%. La Spagna fa registrare un incremento su buoni tassi, ovvero +10,9%. Gli stessi Paesi Bassi sperimentano una variazione su ritmi simili, pari al +14,7%. Troviamo poi la Corea del Sud, che registra un debole +1,1% assicurandosi il 3,4% delle esportazioni di comparto.  

Tra i primi 15 “clienti” della moda maschile, non mancano nazioni che sono rimaste colpite da una flessione delle vendite italiane: oltre alla già citata Cina, il Giappone ha accusato un calo non marginale, pari al -22,3%, coprendo così il 3,0% del totale, mentre Hong Kong ha ceduto il     -20,5% e si è portato a 110 milioni di euro. In quindicesima posizione troviamo la Russia, che registra una contrazione del -26,6%. Infine, le tre destinazioni con un’incidenza compresa tra il 2,0% e l’1,7% del totale di settore evidenziano tutte una crescita delle esportazioni italiane di moda uomo: sono Polonia (in aumento del +15,9%), Belgio (+3,9%) e Austria (+5,7%). Relativamente alle importazioni, da gennaio a luglio 2022 tutti i principali mercati di approvvigionamento hanno evidenziato vivaci trend positivi; unica eccezione la Romania, in ottava posizione, che registra un calo del -8,5%, scendendo a 156 milioni di euro che corrispondono al 4,8% dei flussi in ingresso del comparto. Il Bangladesh è il top supplier di moda uomo con un’incidenza del 17,2% e registra un’importante crescita del +78,2%; seguono la Cina, scesa in seconda posizione, sebbene in aumento del +25,5%, e la Francia con un incremento del +7,3%. Decisamente sostenuti risultano gli incrementi delle importazioni da Spagna (+23,5%), Paesi Bassi (+32,8%), così come dalla Germania (+74,2%) e dalla Turchia (+46,8%).

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