Standing ovation per Luca Argentero al Palapartenope: Tre vite straordinarie sportive.

Standing ovation per Luca Argentero al Palapartenope: Tre vite straordinarie sportive.

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Luca Argentero ha regalato uno spettacolo unico e delizioso al pubblico campano con “È questa la vita che sognavo da bambino?”, per l’unica tappa giovedì 9 maggio 2024 al Palapartenope. Lo show è iniziato alle 21:15 su un monologo incentrato sull’impossibilità, il claim di tale spettacolo, tra dolcezza e ironia delle parole, per sottolineare che niente è impossibile nella vita senza moralismi. Da qui passa al racconto di tre illustri eroi dello sport, passati alla storia per le loro gesta eroiche, come lo sciatore Alberto Tomba, il ciclista Luisin Malabrocca e l’alpinista Walter Bonatti che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani. Vengono raccontati magistralmente dalla sua recitazione garbata, piena di rispetto e sottile, dal punto di vista umano che sociale, come l’impresa di Luisin Malabrocca di voler conquistare la maglia nera del Giro d’Italia per accaparrarsi premi di consolazione consistenti in generi alimentari insegnandoci che non bisogna per forza arrivare primo sul podio per vincere. A seguire il racconto della stupenda carriera sportiva di Alberto Tomba, sopranominato a quei temi “Bomba”, che ha sempre affrontato ogni gara sciistica come un gioco, per puro divertimento e sola goliardia. Un eroismo fuori dagli schemi per questa disciplina e per finire l’impresa di Walter Bonatti di arrivare da solo sul K2 per non morire  sottolineando come non ci sia più la solidarietà e onestà tra le persone facendo sempre dell’eroismo un vissuto pieno di formalismo senza avvalere il valore umano di ognuno. 

Lo spettacolo è prodotto dalla Stefano Francioni Produzioni e scritto da Gianni Corsi, Luca Argentero ed Edoardo Leo, che ne cura anche la regia, musiche di Davide Cavuti.  La data del Palapartenope è stata ancura di Anni 60 produzioni e BlackStar Entertainment.

Ecco i tre grandi personaggi dalle vite straordinarie:

Luisin Malabrocca, “l’inventore” della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del ‘46, faceva simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà. Automaticamente attirò anche l’attenzione di alcuni sponsor, fino a farlo guadagnare di più l’arrivare ultimo che tentare la vittoria. In poco tempo è arrivata anche la popolarità. In lui le persone hanno riconosciuto l’anti-eroe che è nel cuore di ogni italiano, ma, insieme alla popolarità, sono arrivati nuovi sfidanti in una incredibile corsa a chi arriva ultimo.

Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l’uomo è l’uomo stesso. Eppure, la grande delusione del K2 lo ha spinto ancora più in là a mettersi alla prova in nuove sfide in solitaria, nuove scalate impossibili e infine a viaggiare in tutto il mondo. Tutto ciò per trovare la cosa più importante della vita: sé stesso.

Alberto Tomba, il campione olimpico che ha fermato il Festival di Sanremo con le sue vittorie. L’insolito sciatore bolognese che con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”. Uno dei più grandi campioni della storia dello sci che ha radunato intorno alle sue gare tutta la nazione, incarnando la rinascita italiana forse illusoria ma sicuramente spensierata degli anni ‘80.

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