La cantante partenopea ha voluto concedere le sue emozioni in un intervista esclusiva



Una splendida intervista realizzata nel format web “Chiacchierando Con…” a una giovane cantante partenopea Alyssa, da una voice superlativa. Ecco a voi l’intervista integrale per scoprire i segreti della sua carriera musicale.
Alyssa, un nome non comune che risuona molto bene ed è stato scelto come nome d’arte da te? Ti chiami così cara Alyssa oppure ti sei ispirata a qualche tua star musicale?
Il mio nome di nascita è Alessia ma “Alyssa” fa parte di me da 16 anni. C’era un attrice che adoravo e che avevo sempre piacere di vedere nel telefilm “Streghe. Sto parlando di Alyssa Milano. Siccome non amavo il mio nome l’ho modificato con Alyssa.
La tua infanzia mi ha colpito tantissimo in quanto a 9 anni nasce la passione per il canto, partecipando nel 2006 a un Campus dello spettacolo dove studi tantissime discipline legate alla musica. Qui incontri tanti artisti importanti. Com’è stata quell’esperienza così formativa e cosa ti ha impresso nella mente?
Bé, la mia infanzia è stata abbastanza tortuosa ma nonostante ciò sono riuscita a realizzare piccole cose che mi hanno resa con il tempo soddisfatta di me. È stata un esperienza ed è un viaggio ancora in corso veramente soddisfacente… Conoscere persone del settore che vedi di solito in tv ti emoziona, ma allo stesso tempo capisci che sono persone come te e che l’unica differenza è che con umiltà hanno coltivato il proprio talento… e non si sono mai arresi. Come si dice “Se vuoi puoi”, quindi da persone che ce l’hanno fatta c’è solo da imparare in tutti i sensi
All’età di 15 anni, a causa di un virus perdi l’udito destro, ma con grande forza e coraggio superi questo stato di sordità allenandoti a cantare e a sentire con l’orecchio sinistro. Come sei riuscita a superare questa esperienza così dolorosa? E dove hai trovato quel coraggio per affronatre tutto ciò?
Diciamo che io e i virus non abbiamo proprio un bel rapporto. Se ti dicessi che l’ho superato ti direi una bugia ma ho solo imparato a conviverci. Inizialmente sono stata davvero male, da un giorno all’altro cantare con un solo orecchio rispetto a come ero abituata non è stato per niente facile. Ma è stato proprio con questo episodio che ho compreso la mia grande vocazione per la musica. In una condizione dove un fischio nel cervello è presente 24h su 24h potevo anche scegliere di mollare, ma non l’ho fatto. Mi sono adattata, mi sono allenata a cantare anche in una condizione acustica veramente assurda sui palchi. Non esistono ostacoli, non esistono limiti. Esiste l’allenamento, l’essere umano è grande e magico. Ciò che credevo fosse un limite, oggi è la mia forza.
Nel 2008 inizi a lavorare nel mondo dello spettacolo, presenziando in tanti eventi con la tua strepitosa bravura e voce, anche se il punto di svolta arriva con la partecipazione nel 2017 al “Festival Cote D’or”a Dijon in Francia, dove ti classifichi al secondo posto con una canzone della splendida Dalida “Je suis malade”. Come mai scegli questo brano?
Io sono onorata di far parte del settore eventi e soprattutto di riuscire a vivere con la mia amata musica. Non sono una cantante che va a firmare il cartellino. In ogni evento ci metto passione e instauro sempre un bellissimo rapporto con chi mi sceglie per il proprio evento. In Francia ho vissuto un’esperienza che mi ha totalmente cambiato. Ho scelto “Je suis malade”, perché è un brano meraviglioso e io sentivo di doverlo interpretare.
Nel 2017 primo brano inedito “Non è un addio”, testo scritto da te. Immettersi con un primo brano nel mondo della musica non è sempre facile quanta rilevanza ti ha dato? E perché la scelta di questo titolo?
Partiamo dal fatto che non mi sento un’autrice ed è successo tutto all’improvviso. Infatti, in una sera d’estate mentre soffrivo nel vedere una persona a me cara soffrire molto, per cui mi sono messa umilmente al pianoforte ed ho composto una melodia da dedicare a questa persona sofferente. Dopo qualche minuto ho appreso che è stato subito un susseguirsi di idee che ho riordinato e ho scritto il testo ,”Non è un addio”, che parla di una storia d’amore molto triste. Quando l’amore diventa ossessione e ci si arriva ad atti folli non è più amore o non lo è mai stato. L’amore non è violenza. Nel brano questa donna si sente vuota. Ormai solo una cosa la lega all’ex compagno cioè il fatto di dover tornare indietro perché nonostante sia finita, colei è ancora legata e quindi si fa forza per lasciarsi tutto alle spalle, ritornando da lui e riprendersi la sua vita. Quindi lei dice “Non è un addio” perché quando riacquisterà la fiducia in sé stessa tornerà da lui per riprendersi la sua vita e finalmente l’ho lascerà non facendogli più male. Ma quel giorno ebbi anche una vocazione e un pensiero fisso in testa che dovevo mettere tutto su carta e l’ho fatto. Questo brano ha aiutato molte donne e ne sono felice. È stato sicuramente importante comporre qualcosa di mio. E’ bello creare qualcosa dal proprio genio creativo. Resta comunque il fatto che interpretare brani non miei mi piace tantissimo.
Durante il lockdown in questo drammatico 2020, ti unisci alla collaborazione artistica del Maestro Ario De Pompeis, che scrive per te “Non abbiamo ali”, un brano che vede la luce in un tunnel di buio perché era soprattutto legato al Covid-19. Come ti sei sentita nell’interpretazione?
Il Covid-19 sta rovinando il mondo, ma la musica non si deve fermare mai. Anche in questo periodo buio tanti artisti hanno continuato a scrivere importanti brani, come lo stesso Maestro Ario de Pompeis che ringrazio infinitamente. Questo brano ha un significato molto profondo, in quanto in un momento molto triste che tutto il mondo stava attraversando, un giorno arriva da Ario la gentile proposta di interpretare il brano “Non Abbiamo ali”. Sono stata onorata di aver accettato. Dal primo momento, grazie alla sensibilità di Ario de Pompeis, ho sentito questo pezzo musicale mio. Cantarlo è stata una Luce in un momento Buio. Il brano parla della condizione al tempo del Covid e delle restrizioni che ci obbligavano a restare in casa, e a non poter vivere la nostra vita. Un amore che attraversa muri, divieti e tempo, che alla fine è più importante di tutto. Un brano che da speranza affinchè tutto passi in fretta e che si ritorni presto alla normalità.
Ario, mi ha aperto gli occhi facendomi credere nelle mie possibilità e a ciò che posso fare. È nata oltre che un intensa collaborazione con tanti progetti in corso, ma anche una grande Amicizia. Quando mi inviò l’inedito “Non abbiamo ali” ho pianto perchè è fonte di una grande intensità. Arrangiato egregiamente dal Maestro Ettore Gatta che ringrazio tantissimo. Questo primo brano inedito uscirà il 27 gennaio su tutti i digital store. Mentre il video è già disponibile su Youtube e sulla mia pagina Facebook “Alyssa voice pagina“. Ringrazio anche la regia e la realizzazione del video Paolo Maya e Danilo De Santis.
Oggi nuovi sogni e nuove speranze, sempre con un’amicizia che continua e solida con Ario De Pompeis, ti rianimano con un secondo inedito “Ce la posso fare”, un titolo molto profondo che incita forza, coraggio e via d’uscita. Di che cosa parla questo brano? E se possiamo svelare qualcosa?
Io e il Maestro Ario De Pompeis stiamo finalizzando il secondo inedito “Ce la posso fare”. Ringrazio il M. Ario de Pompeis per il Testo, il M. Fabrizio Federighi per l’arrangiamento e Paolo Maya e Danilo de Santis per la regia e le riprese video.
Ma non vi svelo altro lasciandovi nel mistero. Presto uscirà la data d’uscita del singolo su tutti i miei profili Facebook e Instagram. All’orizzonte ci sono belle opportunità e alla fine di tutto ti rendi conto che tutto sta nel coglierle.
Mi sembra che abbiamo detto tutto, saluto i lettori del sito www.decarlogiuseppepressshowbiz.it