Nel nuovo Dpcm firmato dal Governo tutta la disperazione delle imprese del Wedding

L’escalation di contagi e di norme restrittive rischia di infliggere un nuovo colpo all’industria del wedding
Cerimonie e wedding, l’intero comparto verso lo stop all’indomani dell’emanazione del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che impone, almeno fino al prossimo 13 novembre, limitando la presenza degli invitati al numero di trenta per ogni evento. “A tal punto i matrimoni sono tutti rinviati e non potrebbe essere altrimenti – spiega Errico Falocco, proprietario della tenuta “Re Ferdinando” di Santa Maria Capua Vetere e componente del direttivo di Confcommercio – con il nuovo tetto sul numero dei partecipanti non riusciremmo a coprire neanche i costi per l’approvvigionamento delle risorse. Un vero disastro che rischia di provocare un’emorragia economica, soprattutto dopo quattro mesi di assoluta inattività. E ancora più grave è il fatto che il decreto appena emanato non abbia tenuto conto degli enormi spazi dei quali dispongono le strutture per cerimonie adottando, ancora una volta, regole sommarie e con il paradosso che i ristoranti, spesso dotati di sale più piccole, potranno continuare ad ospitare lo stesso numero di avventori di prima. Erano stati previsti già protocolli molto rigidi per il nostro comparto ai quali ci siamo adeguati ma adesso, con le nuove misure, non ci sono proprio i presupposti per proseguire”. Chiuderemo quasi tutti, almeno fino a quando resterà in vigore questo decreto, – conclude Falocco – e saremo costretti a ricorrere alla cassa integrazione per i nostri dipendenti“.


Un altra testimonianza arriva anche dal titolare delle strutture “Mama Mare” di Baia Domitia e “Mama Casa in campagna” di Cellole, Federico Falco che – spiega – “la situazione è drammatica e che sono saltate tutte le cerimonie fino a novembre e sono in forse anche quelle di dicembre. Ci sono coppie di sposi che hanno dovuto rinviare per la terza volta. Altre hanno deciso di annullare definitivamente. Al momento quindi siamo fermi. Non possiamo fare altrimenti. Un matrimonio con trenta invitati è davvero improponibile. Dispiace per i novanta dipendenti delle due strutture per i quali bisognerà fare nuovamente ricorso agli ammortizzatori sociali”. Una situazione che la stessa Confcommercio ha definito “insostenibile perchè si continua a colpire in modo indiscriminato le attività produttive come se rappresentassero la causa principale dell’aumento dei contagi – denuncia il Presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco – e si adottano misure estreme senza alcuna concertazione con gli addetti ai lavori e i rappresentanti di categoria. Fermo restando che i protocolli vanno applicati e rispettati rigorosamente, non comprendiamo la ratio di alcuni provvedimenti che non risolvono in alcun modo i problemi legati alla diffusione del virus ma che invece condannano a morte certa un settore fondamentale per l’economia, quale quello legato al wedding, e anche tutto l’indotto che ruota intorno al mondo delle cerimonie. Dai fiori alle bomboniere, dagli atelier al noleggio auto. E gli effetti negativi di questi dispositivi finiranno con il riversarsi purtroppo anche sulle strutture ricettive, sui ristoranti e più in generale sui pubblici esercizi“.


Spose e sposi in lacrime e chissà che cosa dovrà ancora aspettarsi il settore delle cerimonie nei prossimi giorni. Non solo un emergenza sanitaria ma anche una guerra economica che il Governo non può sottovalutare.