Campania zona arancione da domenica:”I ristoratori non sono semplici interruttori”

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Molte regioni dell’Italia cambiano di nuovo colore a partire da domenica 21 febbraio come Campania, Emilia Romagna e Molise che da zona gialla passano in zona arancione, portando a otto le regioni.  Saranno chiusi bar e ristoranti per tutta la giornata e sarà possibile spostarsi dal proprio comune solo per comprovate esigenze: motivi di lavoro, salute e necessità. Tutto ciò è stato dovuto al monitoraggio settimanale del Ministero della Salute che ha fotografato un aumento costante dei contagi, con la complicanza anche della variante inglese, che ha portato ad attuare di nuovo le misure restrittive su tutto il territorio nazionale. Solo molti ristoratori si chiedono perchè aprire e soprattutto chiudere i locali con poco più di 24 ore d’anticipo per adeguarsi al passaggio da zona gialla ad arancione, sempre nel weekend o prima di qualche ricorrenza. Il Governo rischia di distruggere l’intera filiera che è stata già duramente provata da un anno dalla Pandemia, e che chiedono solo di lavorare rispettando tutte le norme di sicurezza del Covid-19 (gli investimenti fatti in sanificazione, dispositivi di protezione, distanziamento), senza vivere solo di paura e insicurezza. Adesso verrebbe da chiedersi, per l’ennesima volta, chi pagherà i gestori che avevavo acquistato le materie prime a fronte delle tantissime prenotazioni per questo weekend. Ancora una volta il breve preavviso dato sul cambio di zona ai ristoratori. Anche se viene da chiedersi se i ristoratori e i baristi si attengono alla legge per le loro attività, in strada continuano gli assembramenti talvolta senza mascherina. “I ristoratori non sono interruttori, basta!”

Risultato immagini per ristoratori covid protesta

Intanto sabato 20 febbraio alle ore 18.30 in piazza Maggiore a Bologna la categoria di gestori e baristi si daranno appuntamento per una fiaccolata pacifica di protesta, nel pieno rispetto delle norme vigenti, organizzata dal Comitato Tutela Ristoranti Bologna ed Esercenti Resistenti. Un solo grido d’aiuto: “Manifestare pacificamente  contro le modalità penalizzanti e incoerenti dei numerosi provvedimenti ministeriali”. Non si possono sempre addossare le forzate chiusure imposte dai decreti ai bar e ristoranti ritenendoli come unici responsabili della diffusione del virus, quando poi gli stessi con i dispositivi di sicurezza messi in atto sono i luoghi più sicuri e anche facilmente controllabili dalle forze dell’ordine, rispetto ai caotici assembramenti in strada a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane.

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