Ristoratori in protesta con lo slogan “Game Over”

Il Movimento Imprese Ospitalità (Mio Italia) ha aveva già annunciato uno sciopero fiscale la scorsa settimana e così ieri il leader Paolo Bianchini con tutti titolari di partita iva, gestori di ristoranti, bar e alberghi hanno dato vita a due pacifiche proteste contro la chiusura serale di questi esercizi commerciali, per mezzo di uno striscione scenografico gigante dove vi era la scritta “Game Over”. Hanno voluto utilizzare lo strumento di autotutela per chiedere lo stop al pagamento di costi fissi e tariffe per il lockdown, ed di chiedere a ritornare a lavorare anche di sera perchè continuando di questo passo il settore della ristorazione e quello dei pubblici esercizi è ormai ridotto allo stremo dai continui e ripetuti provvedimenti di chiusura o di apertura. Infatti, si chiede all’Agenzia delle Entrate, alle esattorie locali come alle utilities e alle municipalizzate la sospensione di tributi nazionali e locali o le tariffe per i servizi, pagando solo i contributi ai propri lavoratori.


Infatti, il presidente Paolo Bianchini ha dichiarato che “necessario, urgente, aprire ristoranti, bar, pub, pizzerie anche la sera, a cena. Le aziende aderenti a Mio Italia sono in sciopero fiscale «a oltranza» dallo scorso 1° febbraio. E aremo presente che non possiamo versare imposte o il corrispettivo di servizi, dei quali non abbiamo potuto usufruire perché il Paese era chiuso per lockdown oppure per le ultime restrizioni dei Dpcm nazionali”. La prima manifestazione s’è svolta nel corso del tardo pomeriggio della famosa scalinata di piazza di Spagna e la seconda, sulla cordonata del Campidoglio durante la serata. E’ venuta l’ora davvero di tutelare l’intera filiera dell’ospitalità che è già di suo massacrato perchè anche se ci sono dei bar, dei ristoranti e dei supermercati che sbagliano e non applicano le regole, chiudeteli. Ma certamente non si può massacrare un’intero comparto in questo modo. In tanti non reggono più a livello psicologico queste misure restrittive e non si può scherzare sulla pelle delle persone in questa maniera. Al di là dell’evoluzione del vaccino e della cura, come unica vera modalità per tornare una normalità che tutti noi auspichiamo, questo modo di gestire sia l’informazione sia le modalità di organizzazione del lavoro non può continuare in tal modo.


Io rilancio l’hashtag #iostoconiristoratori